La lettera degli

Ambientalisti per il Nucleare

Numero 5 - 9 ottobre 1997

Questo bollettino è inviato gratuitamente ai membri dell'associazione degli ambientalisti per il nucleare al momento della loro iscrizione. È archiviato e disponibile su internet al seguente indirizzo: http://www.ecolo.org


IN RISPOSTA A DELLE IDEE FALSE MA BEN DIFFUSE !

Questo numero della Lettera degli Ambientalisti per il Nucleare è dovuto alla penna di Michel LUNG (*), uno dei membri della nostra associazione. Desideriamo anche dar la parola a coloro che desiderano esprimersi ed il cui punto di vista è in accordo con la nostra associazione. Ambientalisti, ingegneri, amici della natura, madri di famiglia, studenti, specialisti o neofiti del nucleare... non esitate a farci partecipi della vostra opinione o ad inviarci bozze di articoli. Tutti i vostri suggerimenti (testi, disegni, articoli, foto, poesie...) sono i benvenuti.

(*) Michel LUNG è ingegnere, attualmente pensionato, già diplomato in Scienze e Tecniche Nucleari (Saclay, 1956), Membro della Società Francese di Energia Nucleare, Membro dell'Associazione Ecologisti per il Nucleare (F-78800 Houilles), e già direttore per gli esteri alla Société Générale des Techniques Nouvelles (SGN).


Bombe atomiche e nucleare civile

1. Le bombe atomiche ed i connotati militari dell'atomo hanno permesso ad alcuni, in assoluta buona fede, o in cattiva fede, di fare delle commistioni fasulle tra gli utilizzi bellici e le applicazioni pacifiche dell'energia nucleare: è ora di fare chiarezza.

2. In effetti, le applicazioni militari ed i paesi "proliferanti" si appoggiano a installazioni concepite a tale scopo: spetta ai paesi pacifici, appoggiati sull'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica di Vienna, svolgere il ruolo di polizia. Lo sviluppo armonioso e controllato dell'energia nucleare pacifica non ha niente a vedere con le installazioni specializzate a scopi militari.

Sopprimere l'energia nucleare per evitare ogni proliferazione è come voler fermare tutta l'industria chimica per evitare ogni rischio di fabbricazione di esplosivi.

3. Non si possono fare bombe efficaci e di elevata potenza col plutonio proveniente dai reattori civili del nostro parco (ad acqua in pressione). Per fabbricare delle bombe atomiche è necessario del plutonio 239 o dell'uranio 235 ad alto arricchimento. Il combustibile esaurito in uscita dai reattori ad acqua in pressione dopo molti anni di combustione non contiene che dell'uranio 235 meno arricchito che all'inizio e del plutonio 239 mescolato agli isotopi 240 e 241, i quali ne limitano fortemente l'interesse militare. Il rischio di diversione di ordigni nucleari declassificati (per esempio proveniente dai paesi dell'est) è invece reale, ma non ha niente a vedere con l'energia nucleare pacifica.

4. Il rischio di terrorismo per disseminazione volontaria di materiali radioattivi e/o di plutonio, irraggianti e contaminanti, è molto debole poiché alquanto difficile da mettere in atto e può facilmente ritorcersi contro il suo autore. Le dispersioni di plutonio sono molto dense e poco coprenti come hanno dimostrato gli incidenti accaduti a bombardieri nucleari. La diffusione di virus è, ahimé, molto più facile e meno costosa. Ci si può proteggere dal terrorismo radioattivo con l'utilizzo intelligente dei computer. Questi, molto sensibili, danno rapidamente l'allarme. Alcune nostre amministrazioni (dogane) ne sono dotate. (Nota: è comunque più facile terrorizzare che rassicurare e distrurre che costruire. I rischi di terrorismo nucleare, così come i rischi legati al nucleare militare, esistono comunque e devono essere presi molto seriamente).


L'aumento della domanda di energia del pianeta

5. La popolazione mondiale si avvia a passare da 5 a 8 miliardi di abitanti da qui al 2020, aumento principalmente dovuto ai paesi in via di sviluppo, i cui consumi elettrici annuali dovranno passare da 1000 kWh a qualche migliaio (per confronto il consumo medio in Francia è di 8000 kWh/anno pro-capite, inferiore a quello degli americani). Basta osservare la Cina per constatare la velocità di crescita della domanda energetica. L'energia nucleare pacifica, per la sua densità energetica, la compattezza delle installazioni ed altre caratteristiche, è irresistibilmente chiamata a svilupparsi poiché è la sola che permetterà di soddisfare l'aumento attuale dei bisogni energetici del pianeta senza esaurire le riserve energetiche e senza contribuire all'effetto serra.


Il nucleare è un'energia compatta

6. Compattezza: un sito di 150 ettari (un km quadrato e mezzo) permette di ospitare una centrale da 2 o 3 milioni di kilowatt, nucleare o a combustibile fossile (carbone, petrolio o gas). La compattezza è comparabile tra nucleare ed energie fossili, ma il nucleare presenta altri vantaggi (assenza di rilasci di NOx, SOx, CO2... e si evita di sciupare una sostanza nobile, il petrolio, che la natura ha impiegato milioni d'anni a fabbricare, bruciandola solo per produrre calore). Con l'energia eolica, quando soffia il vento, si potrebbe produrre meno di un centesimo di energia sulla stessa superficie (e niente i giorni in cui Eolo fa la siesta...). Ugualmente con l'energia solare ci vorrebbe una superficie di captatori migliaia di volte più estesa, che ricoprisse intere regioni, per produrre la stessa quantità di elettricità, e solo di giorno, e ancora in funzione dei capricci della meteorologia. Ciò non condanna né l'eolico né il solare, che presentano l'interesse di essere energie rinnovabili, ma di fatto energie principalmente utilizzabili su siti specifici o per applicazioni particolari (regioni isolate, deboli consumi... per esempio per alimentare stazioni radio o frigoriferi in Africa o luci di segnalazione su boe marine). Da noi, nei paesi sviluppati, le energie eolica e solare sono ugualmente chiamate a svilupparsi, e si devono sviluppare il più possibile, ma non potranno - allo stato attuale dei consumi (bisognerebbe forse imparare anche ad economizzare l'energia...) - diventare l'energia di base e resteranno comunque, a nostro avviso, marginali nei prossimi decenni (salvo accettare di pagare una bolletta molto più cara e diminuire i nostri consumi di un fattore 10 ed accettare infine blackout elettrici che potranno durare più giorni, in funzione dei capricci del clima).


Il nucleare è un'energia ecologica

7. Ecologia: il nucleare, l'idroelettrico e le energie cosiddette rinnovabili non producono, o estremamente pochi, gas a effetto serra o gas nocivi. Bnché gli effetti sul clima della CO2 prodotta dall'uomo siano ancora dibattuti, gli ultimi lavori sembrano confermare bellamente l'influenza della CO2 di origine industriale come fattore determinante nei processi di riscaldamento del pianeta, effetto che è in svolgimento da parecchi anni.


Il nucleare è un'energia pulita

8. L'energia nucleare (76% della produzione elettrica in Francia), l'idroelettrico (circa il 15% dell'elettricità prodotta in Francia) ed il risparmio energetico, permettono alla Francia di evitare ogni anno l'immissione di 300 milioni di tonnellate di CO2 e 200 milioni di tonnellate di ossigeno necessarie in aria per la combustione), rendendo così la Francia il paese meno inquinante d'Europa per kWh elettrico prodotto. L'inquinamento e le emissioni di CO2 evitate grazie al nucleare sono dello stesso ordine di grandezza di quello emesse dai 30 milioni di auto e camion che circolano in Francia...

Se il mondo potesse equipaggiarsi come la Francia (ma non è così semplice!), e malgrado lo sviluppo dei trasporti stradali e quello dei paesi in via di sviluppo, il livello di CO2 emissioni nel 2020 resterebbepari a quello degli anni '90.

Da dire alla prossima Conferenza Internazionale sull'Ambiente che si terrà a Kyoto!


Un centrale a carbone da 1000 MW

Ha bisogno annualmente: 7000 tonnellate/giorno (2 treni) di carbone, cioè 2 500 000 tonnellate all'anno.

Emissione annuale : 6 500 000 tonnellate di CO2, 4 000 tonnellate di NOx, 900 tonnellatedi SOx, 400 tonnellate di metalli pesanti. Questi rifiuti non sono trattati, o lo sono molto poco, sono radioattivi e sono in gran parte (interamente per la CO2) emessi in atmosfera.

Brucia ogni anno: 5 000 000 tonnellate d'ossigeno.

Inoltre sono necessari degli enormi convogli per il trasporto del carbone. Una centrale a gas sarebbe un po' meno inquinante di una a carbone (in particolare per quanto attiene le emissioni di SOx), ma il problema della CO2ed in parte degli NOx restano interamente, e le risorse di gas naturale sono meno abbondanti di quelle del carbone. Un grosso gasdotto è necessario per il trasporto del gas (poco estetico, poco ecologico e vulnerabile agli attacchi terroristici). Nei due casi, la combustione del gas così come quella del carbone consuma milioni di tonnellate all'anno di materie prime (per alimentare una sola centrale) ed è una fonte importante di inquinamento atmosferico.


Una centrale nucleare da 1000 MW

Ha bisogno ogni anno di: solo 25 tonnellate di uranio arricchito al 4 %, fornito da 150 tonnellare d'uranio naturale (16 000 volte meno di combustibile che una centrale equivalente a carbone!), o solo 100 tonnellate col riciclo del plutonio (utilizzando combustibile MOX). La filiera Superphénix potrebbe non consumare che 2 o 3 tonnellate annue di uranio naturale per produrre la stessa quantità di elettricità (1000 MW = 1 milione di kW).

Emissioni annuali: 400 tonnellate di rifiuti accuratamente confezionati a vita breve (<30 anni), 25 tonnellate di elementi esauriti, che vengono ritrattati e riciclati al 97%, lasciando solo 700 kg di rifiuti a vita lunga.

Non produce alcun gas ad effetto serra (CO2).

Non produce alcun gas che origina piogge acide (SO2, NOx).

Non consuma ossigeno. In effetti ci si scorda spesso di precisare che ogni volta si menziona il problema della CO2, che ogni produzione di anidride carbonica CO2 si accompagna al consumo di ossigeno per alimentare la reazione C + O2 -> CO2.


Il costo globale del nucleare

9. Sicurezza: studi scientifici seri dopo Cernobyl (aprile 1986) come il programma Esterno della Commissione Europea (1996) o la conferenza di Helsinki sui rischi associati alla produzione di energia (1991) hanno evidenziato che l'energia nucleare ed eolica sono le più sicure e quelle i cui costi cosiddetti esterni, vale a dire a carico della società (malattie, incidenti, disturbo) sono i più bassi.

10. Sicurezza dei trasporti: i trasporti di materie radioattive sono estremamente sicuri come mostrano le statistiche e l'assenza totale di incidenti che abbiano avuto conseguenze sull'ambiente durante più decenni di trasporti di materiale nucleare. Non è purtroppo lo stesso per il trasporto di petrolio o gas che possono essere all'origine di maree nere o di esplosioni.

11. Economia: il nucleare attuale, il gas, presto l'eolico (su certi siti molto ventosi), danno dei costi di produzione del kilowatt comparabili. Tuttavia il miglioramento dei rendimenti del nucleare attuale, ancora agli inizi, permettono di abbassare ulteriormente i costi. Ricordiamo che il costo del trattamento dei rifiuti, il loro stoccaggio futuro e lo smantellamento delle centrali è incluso nel prezzo del kWh attuale (provvigione del 15% sui costi di costruzione in vista dello smantellamento).


Economizziamo le risorse naturali

12. L'energia nucleare presenta il vantaggio di consumare molto poche materie prime, visti i piccoli quantitativi necessari. Le cifre seguenti danno un'idea:

- 1 kg di legna secca può produrre 2 kWh,

- 1 kg di nafta (o 1 m3 di gas) può produrre 6 kWh,

- 1 kg d'uranio naturale produce oggi: 50 000 kWh con una sola centrale ad uranio (25 000 volte più del legno), 100 000 kWh con una centrale "MOX", 5 000 000 kWh (2,5 millioni di volte più del legno) con una centrale a neutroni veloci tipo Superphénix in Francia, Kalpakkam in India, Monju in Giappone.

Ugualmente, le riserve conosciute di uranio nel mondo (4 milioni di tonnellate oggi, ma tali riserve non cessano di aumentare man mano che aumentano le prospezioni), più le riserve di torio (un altro combustibile nucleare) permettono un utilizzo superiore a 1000 anni: una maniera di economizzare le materie prime per le generazioni future. Le risorse stimate di petrolio, al ritmo di consumo attuale, sono circa di mezzo secolo, di gas un secolo e di carbone 400 anni circa. Le energie rinnovabili presentano grossi vantaggi sulle risorse esauribili, per definizione, ma presentano altri inconvenienti (rarità, variabilità, impatto sull'ambiente per le grandi superfici di captatori necessarie).

La densità di energia nucleare in un piccolo volume di installazione dà il vantaggio alle regioni a difficile accesso (paesi freddi, desertici) e permette una grande indipendenza energetica com'è il caso della Francia. L'energia nucleare potrebbe essere utilizzata domani per fornire anche, nei paesi freddi, calore per cogenerazione (ci sono già delle applicazioni in tal senso in Svezia), per dissalare l'acqua marina per uso irriguo (è il caso del Kazakistan) e per sintesi chimiche, in particolare per produrre idrogeno per trasporti più puliti. È possibile fin d'ora costruire un reattore utilizzabile per 10 anni senza ricariche.

13. Economia di materie prime: il plutonio, sottoprodotto del funzionamento dei reattori, è un "supercarburante" che si può riciclare e trasformare in energia, economizzando così l'uranio naturale estratto dalle miniere. È ciò che fa la Francia con il ritrattamento nell'impianto di La Hague, che permette il riciclo del 96% dell'uranio che non è stato bruciato nei reattori e dell'1% del plutonio formatosi, per fare combustibili ad ossidi misti uranio-plutonio ("MOX"). La Hague è anche un "impianto di riciclaggio ecologico dei rifiuti" del terzo millennio.

Inoltre, i combustibili nucleari ottimizzati, utilizzati nei reattori più avanzati, dovrebbero permettere teoricamente di bruciare la totalità dell'uranio o del torio, e non solo qualche percento dell'uranio naturale. È l'idea perseguita nei reattori cosiddetti "veloci", Phénix et Superphénix, che sono dei prototipi. Sicuramente ciò è meno indispensabile oggi, giacché le riserve di uranio sono risultate ben più abbondanti di quanto si pensasse dieci anni fa (più si cerca e più si trova), ma, anche se è così, conviene risparmiare il più possibile le riserve, non fosse altro che per minimizzare ulteriormente l'impatto ecologico (già modesto) delle miniere di uranio.


A proposito di Superphénix

14. Contrariamente a quanto si pensa o si dice, Superphénix non ha subito gravi incidenti nucleari ma ha semplicemente dovuto affrontare qualche difficoltà di gioventù, intrinseche a tutti i prototipi. Di problemi simili se ne sono già incontrati, e anche in grande numero, sulle prime centrali ad acqua in pressione del parco nucleare in funzione oggi. Superphénix è stato soprattutto fermo a lungo per mancanza di coraggio politico e per ragioni puramente amministrative, in attesa delle autorizzazioni al riavvio. Bérégovoy ha avuto il coraggio di riavviarlo. Madame Lepage, avvocatessa delle cause antinucleariste, ha contribuito in seguito a farlo fermare. I Giapponesi, i Russi, gli Indiani ci invidiano Superphénix e hanno già costruito dei reattori a neutroni veloci. Giscard d'Estaing ha avuto l'imprudenza di dire che con Superphénix la Francia avesse il potenziale energetico dell'Arabia Saudita. Ciò non è finito nelle orecchie di un sordo. I reattori a neutroni veloci non sono passati di moda e rappresentano invece, più che mai, una delle principali filiere energetiche possibili per il futuro. I Coreani ed i Cinesi prevedono anch'essi di contruirne parecchi.

Superphénix è costato 28 miliardi di FF per la costruzione, invece dei 25 previsti. Gli incidenti e l'esercizio ne sono costati circa 10. Lo smantellamento ne costerà ancora 15 e l'immobilizzazione, il trattamento dei rifiuti potranno costarne ancora 7. Da qui i 60 miliardi di FF che si dicono. Fino ad oggi, Superphénix è stato interamente pagato dall'EDF e dalle società straniere associate al 50% in questo progetto, non dal Governo francese, cioè dal contribuente.

Se si fosse lasciato Superphénix funzionare come nel 1996 (90% di disponibilità), avrebbe procurato 1,5 miliardi di FF all'anno dalla vendita di elettricità. Poiché costa 1 miliardo l'anno di funzionamento, il bilancio economico sarebbe stato positivo.

Le autorità di sicurezza francese hanno dichiarato che la sicurezza di Superphénix è globalmente buona come quella delle altre centrali nucleari francesi. La decisione di fermare Superphénix è un non-senso economico, sociale e scientifico, che dovremo pagare ed eventualmente riconsiderare presto o tardi.


I rifiuti nucleari

15. I rifiuti: il problema irrisolto dei rifiuti nucleari è un colossale abbaglio su scala mondiale di tutti e non solo degli antinuclearisti, per l'ottima ragione che i rifiuti nucleari non sono che una piccola frazione dei rifiuti tossici prodotti dalle nostre industrie. Questi ultimi sono ugualmente dati in eredità alle generazioni future, in condizioni di confinamento assai meno buone di quelle dei rifiuti nucleari. Che differenza vi è per le generazioni future tra 1 kg di mercurio ed 1 g di plutonio? È un genio chi lo sa dire. L'urgenza è di dedicarsi più seriamente a questi rifiuti tossici che lanciare allarmi sui rifiuti nucleari.

La Francia produce ogni anno :

- circa 2 000 000 tonnellate di rifiuti tossici chimici, in generale poco condizionati e la cui tossicità non decresce sempre nel tempo. In effetti, molti di questi rifiuti sono chimicamente stabili, cioè la loro vita media è infinita, molto più di quella dei rifiuti nucleari, e sono molto meno ben confinati, quando lo sono, cosa ben lungi da esserla sempre

- circa 100 000 tonnellate di rifiuti nucleari condizionati, dei quali più del 90% è a vita breve, inoffensivi entro 300 anni. Sono stoccati in maniera stagna, in superficie.

- circa 5 000 tonnellate di rifiuti nucleari a vita lunga, condizionati. Dopo un periodo di decadimento di 50 anni, questi rifiuti sono comparabili a quelli industriali più tossici e vanno trattati come tali.

Studi seri dell'Unione Europea, per esempio il programma PAGIS, mostrano che il rischio delle popolazioni future che vivono sopra una discarica di rifiuti a lunga vita, infilata in 500-800 m di deposito argilloso, salino o granitico, è di fatto trascurabile. Perché non lo si dice più sovente? Senza dubbio la questione dei rifiuti nucleari è una pacchia per i mezzi di informazione ed una miniera per gli istituti di ricerca, ma le spese relative sono oggi giustificate quanto si riscontra un tale lassismo altrove?


La comunicazione nucleare

16. I mezzi di informazione "nucleari" non sanno comunicare bene. I media sono interessati dal sensazionale e dalle catastrofi e fanno pochi sforzi per comprendere questo nuovo tipo di energia e per mostrarne i vantaggi.

È vero che Becquerel, Sievert, Gray sono delle unità che seminano confusione ed è urgente rivederle. Si misura forse un passo in nanometri (ce ne vorrebbero circa 750 milioni)? Si calcola la massa di un corpo umano in atomi? No, perché sarebbe difficile da capire, ce ne sarebbero troppi. È un po' il problema del Becquerel che è un'unità molto piccola. Gli apparecchi di misura sono così precisi che si sa rivelare un Becquerel o misurare la lunghezza di un nanometro. Ma si prende una pressa penumatica da 100 tonnellate per schiacciare una noce? Il più piccolo concerto rock o un raggruppamento di manifestanti alla Bastiglia rappresenta lo spostamento di centinaia di milioni di Becquerel contenuti nei corpi umani là raggruppati, senza che per questo si tratti di un incidente nucleare...

Per il momento, l'energia nucleare pacifica contribuisce meno dell'1% all'irraggiamento totale che riceviamo in natura, valore che aumenta di molto se viviamo in quota o su terreni granitici, o vicino ad una centrale a carbone, che emette radon.

Il danno delle piccole dosi, considerate come nefaste da certi detrattori, è contraddetto dall'effetto tonico dei soggiorni in montagna, dove le radiazioni sono molto più forti che in pianura, o da certe cure termali con acque leggermente radioattive, famose per i loro benefici effetti (*).

È ora di rimettere a posto la pendola e smetterla di agitare fantasmi.

Michel Lung.

(*) NdR : tratteremo in un prossimo numero del fenomeno chiamato "radiazione hormesis" che contraddice l'ipotesi corrente (ma sbagliata) dell'estrapolazione degli effetti nocivi delle forti dosi di radiazioni alle dosi deboli. Questo approccio solidamente fondato su numerose pubblicazioni ed esperienze di numerosi decenni, ci obbliga a invertire il giudizio e, a torto, negativo sulle piccole dosi di radioattività, che potrebbero invece essere considerate come benefiche per la salute e la longevità (ovviamente entro certi limiti, ma ci torneremo sopra).


Avviso ai contribuenti francesi sull'arresto di Superphénix

Dopo aver mostrato l'anno scorso il suo buon funzionamento e la sua affidabilità (la centrale ha prodotto elettricità nel 1996 per il 90% del tempo), e dopo aver subito una revisione generale nel 1997, il prototipo Superphénix, frutto di una collaborazione scientifica internazionale di alto livello di due decenni, è oggi in grado di funzionare e far guadagnare.

È allora che il governo francese, per ragioni di politica politicante, ha preso la decisione di fermarlo.

Considerando:

1 - Le perdite di guadagno dovute a questo arresto prematuro (circa 500 milioni di FF all'anno di esubero delle vendite di corrente rispetto ai costi di funzionamento),

2 - Lo spreco di due noccioli nucleari nuovi, pronti a funzionare (costati circa 3 500 milioni di FF senza contare il loro smantellamento, che bisogna pagare anche se i noccioli non sono stati usati),

3 - I danni da onorare da parte francese ai partner stranieri della NERSA (società che gestitsce Superphénix - circa 3 000 milioni di FF da versare da oggi al 2000),

4 - Le spese relative alla riqualificazione di migliaia di persone qualificate, prese in pieno da questo arresto prematuro (circa 500 milioni di FF in 5 anni),

l'insieme dei costi (circa 10 miliardi di FF) è paragonabile alle somme tagliate dal governo francese con la recente diminuzione e l'abrogazione degli aiuti o di collocamenti familiari, auspicati dal Ministro del Lavoro sig.ra Martine Aubry.

Si può quindi dire senza giochi di parole che saranno queste somme notevoli di danaro, prelevate dal bilancio di famiglie, che serviranno a pagare la fattura dell'arresto di Superphénix, quando si sarebbe potuto guadagnare dei soldi lasciandolo funzionare qualche anno per bruciare i due noccioli già fabbricati.

Questi rilievi non tengono conto dei danni morali dovuti all'ansia delle famiglie e degli amministratori locali né dell'affronto alla comunità scientifica nazionale ed agli ingegneri che da 20 anni hanno riposto la loro fiducia in questo progetto, ripreso e largamente imitato oggi da paesi come il Giappone, la Cina e l'India, per contribuire allo sviluppo duraturo di questi paesi in futuro.

E soprattutto, Superphénix è il prototipo di una famiglia di reattori che non emette alcuna sostanza radioattiva nell'ambiente, a differenza dei reattori ad acqua in pressione o ad acqua bollente (dove gli effluenti sono comunque insignificanti) e permette di produrre 50 volte tanto di energia con la stessa quantità di minerale d'uranio, presentando dunque dei vantaggi ecologici incontestabili per il futuro.

D'altronde, questo reattore a neutroni veloci è il solo oggigiorno che permette di esplorare la pista dell'incenerimento dei rifiuti nucleari, poiché questo incenerimento ha bisogno di neutroni ad alta energia, che non si trovano negli altri tipi di reattore. (NdR : In futuro potrà forse essere utilizzato per l'incenerimento il "Rubbiatron" con un'efficacia uguale o magari migliore, essendo i suoi neutroni ancora più veloci, ma quest'ultimo è ben lungi dall'essere operativo e ci sono numerose tappe da raggiungere prima che possa prendere il sopravvento). Fermare Phénix e Superphénix, è compromettere a breve termine la possibilità di proseguire le ricerche sull'incenerimento dei rifiuti nucleari.

La decisione di fermare Superphénix, presa con una firma, senza alcuna concertazione democratica, scientifica o ecologica, per accontentare, nel quadro di un accordo elettorale, un 1% di ecologisti antinucleari, vien fuori unicamente da decisioni ideologiche e di parte di una piccola minoranza di individui malinformati. Questa decisione, contraria all'interesse generale, è inaccettabile per la grande maggioranza dei cittadini così come per gli ambientalisti più o meno informati.

Le conseguenze di questa decisione peseranno molto e a lungo sul nostro avvenire e potranno contribuire a destabilizzare il governo attuale se proseguirà su questa strada.

Di conseguenza chiediamo al Parlamento ed al Senato che si apra rapidamente un dibattito per dare un parere al Governo, allo scopo di ritornare su questa decisione fintanto che si è in tempo.

Michel Lung.


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