La Lettera degli

Ambientalisti per il Nucleare

Numero 3 - 20 settembre 1997

Questo bollettino è inviato gratuitamente ai membri dell'associazione degli ambientalisti per il nucleare al momento della loro iscrizione. È archiviato e disponibile su internet al seguente indirizzo: http://www.ecolo.org


IL NUCLEARE, FUTURO DELL'ECOLOGIA ?

Il testo seguente è un riassunto della serata conferenza-dibattito, animata dal presidente dell'AAPN a Parigi, nel quadro dell'associazione Attenzione alle Realtà Internazionali (ARI), del 20 novembre 1996. Il verbale è stato redatto a partire dalla registrazione audio della conferenza, trascritta da Michel Cupperly.


Introduzione

Il conferenziere ci porterà oggi sulle questioni energetiche con un aspetto di un uomo libero da ogni dogmatismo. Diplomato del Politecnico e della Scuola Nazionale Superiore dei Tecnici Avanzati, ingegnere ed ambientalista, egli studia, riflette, viaggia, dirige l'istituto Bruno Comby ed ha recentemente creato l'Associazione degli Ambientalisti Per il Nucleare (AAPN). Ai suoi occhi la tecnologia e l'ecologia hanno lo stesso compito: aiutare l'uomo a vivere meglio. La conciliazione tra le due è possibile. È la convinzione dell'autore-conferenziere di stasera, al quale ora lascio la parola.


Energia e inquinamento

L'energia non è cattiva di per sé. Essa è alla base di tutto ciò che esiste nell'universo (E=mc2). Il suo utilizzo accompagna la storia dello sviluppo dell'umanità: cavallo, vapore, legna, carbone, petrolio, elettricità, ed oggi l'energia nucleare, che non contribuisce alle due fonti di grave inquinamento planetario, che sono l'aumento dei gas ad effetto serra (CO2) e quello degli ossidi di zolfo ed azoto (SOx, NOx), con le loro ricadute (piogge acide) sulle foreste. La sostituzione delle energie fossili con l'energia nucleare contribuisce a diminure questi inquinanti.


Energia e demografia

Il prevedibile raddoppio della popolazione mondiale aumenterà la domanda ed il consumo di energia, domanda che cresce anche per lo sviluppo, d'altronde auspicabile, dei paesi poveri. Questi due effetti si sommano.


Energia nucleare e storia

Esiste in natura dalla nascita dell'universo. I francesi la scoprirono cento anni fa (Becquerel, nel 1896, poi Pierre e Marie Curie...). I primi utilizzi delle radiazioni non sono economici né energetici né militari ma medici: si sottopongono ad alte dosi gli organismi umani. A differenza d'oggi, le radiazioni avevano allora (evidentemente a torto) la reputazione di guarire ogni morbo, dal mal di testa alle malattie più gravi. Le acque minerali francesi si vantavano di essere le più radioattive del mondo. Vals, per esempio, "ricca di radioattività", è venduta ancora oggi, ma si utilizzano altri argomenti di marketing. Ci si recava anche alla Bourboule per la qualità radioattiva delle sue acqua termali...

Nel 1945, la bomba di Hiroshima ribalta l'immagine, fino ad allora positiva dell'atomo, costituente fondamentale dell'universo, in negativo. Si sviluppa quindi la rincorsa all'armamento atomico, la guerra fredda, con la costituzione, per giunta, di un apparato industriale. Nello stesso tempo compaiono dei gruppi pacifisti che manifestano inizialmente contro il nucleare militare, principalmente negli USA, sapientemente orchestrati da associazioni anti-nucleare, gruppi che in seguito si volgono contro il nucleare in generale.


Gli incidenti nucleari

C'è sempre un pericolo di incidenti! L'obiettivo è minimizzare questo rischio e le conseguenze di un incidente od anomalia eventuali. A Cernobyl, il 26 aprile 1986, si è avuto un grande incidente, con un forte rilascio di sostanze radioattive (circa il 50% della radioattività contenuta nel reattore è stata rilasciata nell'atmosfera), in una centrale moderata a grafite, il cui scopo principale era inizialmente la produzione di plutonio a fini militari e, casualmente, la produzione di elettricità. Le conseguenze furono molto gravi, per un incidente totalmente inaccettabile, poiché risultante da una certa forma di "imbecillità" umana. Un'organizzazione "sovietica" e l'assenza di nozioni di sicurezza (un poco come guidare a 200 all'ora in una vettura non revisionata e con i freni difettosi su una piccola strada di montagna -> non stupitevi di avere un incidente!) tanto a livello di progettazione che di esercizio della centrale, la presenza di dispositivi "stupidi" (mal concepiti o inesistenti), mancanza di confinamento (grave errore, che sarebbe bastato a evitare l'incendio e il 99% dell'emissione di radioattività nell'ambiente), di manovre maldestre e i sistemi di sicurezza sconnessi il giorno dell'incidente, hanno provocato un aumento incontrollato di potenza del reattore che si è scaldato, interamente fuso ed ha preso fuoco (ma senza fungo atomico, impossibile da aversi nelle centrali nucleari, anche in caso di incidente, anche a Cernobyl, contrariamente a quanto pretende associazioni anti-nucleare). È l'incendio di 600 tonnellate di grafite (cioè carbone, quindi infiammabile) contenuto nel nocciolo, che ha bruciato per due settimane prima che i pompieri riuscissero ad estinguere l'incendio, che è principalmente all'origine della dispersione delle sostanze radioattive nell'atmosfera (in maggioranza Iodio-131, la cui vità media è di 8 giorni e quindi sparito 6 mesi più tardi e, in una certa misura, Cesio-137, la cui vita media è di 30 anni e la cui presenza è ancora rilevabile oggi in certe regioni d'Europa, ma a livelli bassi che non pongono problemi di salute pubblica fuori dall'ex-URSS).

Dieci anni più tardi, malgrado l'estrema gravità dell'incidente, l'apocalisse predetta da associazioni anti-nucleare non si è avverata e la centrale di Cernobyl (ovviamente le unità non incidentate, ovviamente escluso l'edificio che contiene l'unità incidentata) funziona nuovamente. Parecchie migliaia di persone lavorano nuovamente sul sito di Cernobyl, a qualche decina di metri dal reattore incidentato. Sul sito la radioattività ambientale è nettamente più elevata di "prima", ma si è abbassata sufficientemente per non mettere immediatamente in pericolo la salute dei lavoratori, intanto che la fauna e la flora si ristabiliscono un po' ovunque nella regione. Si sono osservate delle modificazioni, specialmente a livello di vegetazione, negli anni successivi all'incidente. Un rischio rimane: il reattore incidentato, nel suo sarcofago e le 800 discariche circostanti, contenenti i materiali contaminati dei lavori di intervento, che rischiano di contaminare la falda freatica (a dei livelli di dose la cui gravità non a niente a vedere con le dosi ricevute durante l'incidente stesso). L'incidente ha provocato una cinquantina di decessi nei primi mesi e, dieci anni più tardi, circa un migliaio di bambini sono colpiti da cancri tiroidei, patologia generalmente trattabile e guaribile, della quale una ventina di casi circa è deceduta. Nessun'altra patologia è stata messa in evidenza a livello della popolazione in seguito a quell'incidente. Rimane un dubbio sull'eventuale aumento del tasso di leucemie, ma non ci sono alcune conferme per il momento. L'oratore sottolinea le incertezze di valutazione: ci vorrà una decina di anni perché i cancri appaiano e da 500 a 800mila persone, che hanno partecipato alla pulizia, per brevi periodi (al fine di ridurre il loro tempo di esposizione), non sono stati registrati e non vengono quindi seguiti. Cernobyl ha soprattutto causato un'immensa catastrofe psicologica internazionale, tanto a livello delle autorità sovietiche, mettendo in luce l'incoerenza del sistema, quanto a livello delle popolazioni dislocate, dei mezzi nucleari e dell'opinione pubblica internazionale. L'incidente di Cernobyl è quindi all'origine di un gran numero di aborti ingiustificati, specialmente in Germania ed Austria. Vengono spesso presentate cifre dell'ordine dei 100.000 aborti supplementari non giustificati.


Le lezioni di Cernobyl

Conseguenze positive, ovunque (a Est come ad Ovest): misure di sicurezza incrementate, rinforzo della vigilanza e delle autorità di sicurezza ed una maggior trasparenza d'informazione nel campo nucleare, tanto a livello industriale che di autorità politiche, cosa che prima non c'era sempre. Si auspica che altre attività industriali risultino ugualmente pulite, trasparenti ed ugualmente preoccupate del futuro dei loro rifiuti a lunga vita.

Conseguenze negative, certamente innanzitutto le vittime, ma anche un gigantesco trauma psicologico mondiale ed un aumentato sospetto nei confronti del nucleare all'ovest, sospetto utile perché obbliga ad essere ancor più puliti e trasparenti, ma largamente ingiustificato e nocivo giacché getta onta su un'energia già molto pulita nei confronti delle altre e distoglie l'attenzione dai veri problemi: l'inquinamento chimico e petrolifero, il tabagismo, la malnutrizione, lo stress...


Confronto tra Cernobyl e TMI

L'incidente di Three Mile Island, nel 1979, negli USA, benché assai grave (fusione di un terzo del nocciolo del reattore) non ha avuto conseguenze così drammatiche come quelle di Cernobyl: nessuna vittima, nessun decesso, incidente dovuto ad errori umani, sempre possibili, ma senza incendio (non c'era grafite) ed ovviamente in presenza di un edificio di contenimento in calcestruzzo armato, che ha giocato un ruolo decisivo in questa centrale ad acqua in pressione (PWR). Tutte le centrali eletronucleari in Occidente sono costruite con un edificio di contenimento in calcestruzzo armato, capace di contenere la radioattività in caso di incidente.

La quantità di sostanze radioattive che è stata rilasciata nell'ambiente a TMI è dell'ordine di 1 milione di volte meno che a Cernobyl. Ugualmente il bilancio di Cernobyl è dell'ordine di un centinaio di vittime delle radiazioni, per il momento (come ordine di grandezza - potrebbe essere dell'ordine di 1000 a lungo termine) mentre a TMI non c'è stata alcuna vittima.

TMI assomiglia al tipo di incidente che si potrebbe avere in Francia, che probabilmente provocherebbe grande preoccupazione e reazioni esagerate a livello di popolazione e dei media, ma sarebbe senza rischi maggiori per la popolazione, come a TMI, dove - per misura di precauzione - più di 100.000 persone sono state evacuate benché, tenendo conto a posteriori dei bassi livelli di fuga radioattiva fuori dalla centrale, ciò non fosse veramente necessario.


I reattori del futuro

I reattori futuri previsti nel 2005-2010 per rinnovare il parco attuale (EPR-European Pressurized Water Reactor, sviluppato congiuntamente da Siemens in Germania e Framatome in Francia) diminuiranno ancora di un fattore dieci i rischi di incidente e le loro conseguenze. Ci saranno forse altri tipi di reattore nucleare che si svilupperanno in futuro, per esempio a torio (rubbiatron) o ad Uranio 238 (reattori a neutroni veloci tipo Superphénix) ma oggi è troppo presto per sapere quali filiere si svilupperanno in funzione di scelte politiche e di necessità tecniche, economiche ed ecologiche.


I rifiuti nucleari

"Oggetto delle polemiche più accese che si amplificano man mano".

"Tuttavia bisogna relativizzare."

I rifiuti classici industriali ed agricoli non nucleari raggiungono i 2500 kg pro capite, di cui 100 kg tossici. I rifiuti nucleari ammontano ad un kg/anno per persona.

Di questo kg, il 90% sono a vita breve (meno di 30 anni), stoccati in Francia al CSM (Centre de Stockage de la Manche) ed ora al CSA (Centre de Stockage de l'Aube). Il restante 10%, a vita più lunga (ci vogliono 24.110 anni per ridurre a metà la radioattività del Plutonio 239 e, dopo 50.000 anni, non è ancora tutto eliminato) e a radioattività più elevata, sono per il momento stoccati in un solo edificio a La Hague. Il loro volume è di circa 2.000 m3 soltanto (il volume di un cubo di 12,6 m di lato), dopo 30 anni di produzione elettronucleare, cioè un grammo a persona. Che farne? Si indicano tre possibilità (legge Bataille di dicembre 1991) :

- la separazione-trasmutazione in sostanze a vita più breve. Possibilità per il momento non operativa (allo stadio di ricerca).

- lo smaltimento sotterraneo.

- lo smaltimento profondo.

La Francia ha scelto il ritrattamento, separando i rifiuti riciclabili (il 97% del combustibile esaurito è in effetti riciclabile, costituito dal 96% di Uranio e dall'1% di Plutonio, di qualità non idonea per impieghi militari) dai rifiuti finali, i prodotti di fissione (3% della massa del combustibile esaurito), che in Francia sono separati e vetrificati. Gli USA da parte loro hanno un approccio meno ecologico e non ritrattano il combustibile nucleare esaurito (troppo caro!).


Le risorse naturali d'Uranio

Le riserve accertate d'Uranio sono oggi più ricche in potenzialità energetica di quelle petrolifere, benché siano state finora meno investigate. I Giapponesi studiano l'estrazione dall'acqua del mare... cosa possibile e che darebbe accesso a quantità ancora più significative, ma con un prezzo del kg di Uranio molto più elevato di quello attuale.

In certe regioni si trova in natura fino al 50% di Uranio puro nel minerale (per esempio Cigar lake in Canada).


I reattori a neutroni veloci

I reattori a neutroni veloci (Superphénix) possono riciclare una parte del Plutonio, non utilizzabile a scopi militari, generato dai reattori ad acqua in pressione. Superphénix è stato in effetti trasformato in un sottogeneratore di consumo di Plutonio, cosa possibile molto semplicemente modificando la disposizione degli elementi di combustibile nel reattore.

Grazie ai reattori a neutroni veloci (Superphénix per esempio) si potrà produrre energia per kg di Uranio naturale 60 volte in più che adesso. I reattori a neutroni veloci rappresentano una linea molto interessante per il futuro del nucleare, linea che prolungherà la durata delle riserve minerarie odierne accertate fino a 1700 anni e più (molte prospezioni sono da realizzare), ben oltre la durata delle riserve di gas, petrolio e carbone (tra 30 e 300 anni). Gli ambientalisti vogliono assolutamente fermare questa filiera oggigiorno perché giutsamente essa costituisce probabilmente il futuro a lungo termine del nucleare.


Bisogna saper relativizzare

Una sostanza nucleare è biodegradabile perché si decompone spontaneamente, anche se ci vuole a volte del tempo (ma allora l'intensità radioattiva è minore). La vita degli elementi radioattivi è quindi, per definizione, limitata. Invece gli inquinanti chimici come il DDT, altamente tossico, sono stabili, quindi a durata infinita, molto più di quella di un qualsiasi rifiuto nucleare.

Circa gli effetti sulla sanità pubblica delle centrali elettronucleari oggi in funzione, essi sono trascurabili (non un solo morto per radioattività in Francia in 30 anni d'esercizio) a fronte degli incidente nelle miniere di carbone (migliaia di persone ogni anno, di cui a volte bambini), nei pozzi petroliferi, a fronte anche dei rilasci di milioni di tonnellate di sostanze inquinanti dai camini delle centrali a carbone, a nafta, a gas..., a fonte ancora agli incidenti stradali (8000 morti all'anno in Francia) o alle vittime del tabacco (80.000 morti all'anno in Francia).


La radioattività naturale

Una certa dose di radioattività naturale è persino benefica. In effetti tutto è composto da atomi, più o meno stabili, di cui alcuni, essendo instabili, si decompongono e sono quindi radioattivi. La radioattività è presente ovunque in natura, per esempio nel nostro corpo, che contiene in media 8.000 Becquerel (quantità molto variabile secondo l'alimentazione, la regione, la meteorologia...): 8.000 volte al secondo un atomo si decompone naturalmente nel nostro organismo. Ma la radioattività naturale viene anche dal cielo (raggi cosmici), dalla terra (raggi tellurici), a livelli molto differenti secondo la regione (dieci volte più in Bretagna o Lodève che nell'area parigina, fino a mille volte in certe regioni in India, Brasile ed Iran...). I livelli naturali di radioattività non sono pericolosi. Viceversa è stato provato che le dosi naturali di radiazioni sono benefiche (effetti benefici delle dosi molto piccole, fenomeno chiamato in inglese "radiation hormesis") (Nota della redazione: torneremo in dettaglio su questo fenomeno in un prossimo numero).

In media la radioattività a cui siamo oggi sottoposti è per il 68% d'origine naturale e per il 31% di origine medica; meno dell'1% è di origine artificiale non medica, principalmente le ricadute delle esplosioni militari degli anni 60. L'oggetto delle critiche degli ecologisti che manifestano contro le centrali non rappresenta che un centesimo di questo 1%.


Conclusione : l'avvenire dell'écologia

Riassumendo, l'energia nucleare, ben gestita, è pulita, non contribuisce all'effetto serra, produce pochi rifiuti, che non vengono rilasciati all'ambiente ma vengono accuratamente confinati. Questa energia è in realtà la sola che risponde ai criteri definiti a Bruxelles per la politica energetica futura dell'Europa:

1/ essere economicamente competititva,

2/ assicurare l'indipendenza energetica europea,

e: 3/ rispettare l'ambiente.

Ben gestita, l'energia nucleare è di gran lunga la più ecologica. Essa assicura in Francia l'80% della produzione elettrica e, grazie al nucleare, il kWh francese è oggi il più pulito d'Europa.

A pensarci bene, il nucleare non è il futuro dell'ecologia? Un'ipotesi che merita in ogni caso di essere presa in considerazione. Come ambientalisti, siamo certo favorevoli allo sviluppo delle energie rinnovabili (solare, eolico), ma tenuto conto del prezzo e del basso livello di potenza di queste energie, l'energia nucleare rimane per il momento la più ecologica per soddisfare la domanda di base energetica dei paesi industrializati, allo scopo di risparmiare il più possibile le riserve limitate di petrolio per utilizzi nobili (industria chimica per la produzione di plastica e materie sintetiche riciclabili) e per la crescita dei paesi in via di sviluppo.

Il testo integrale della conferenza è disponibile sotto forma di cassetta audio di 90 minuti presso l'associazione (contributo spese di 120 FF a "Association des écologistes pour le nucléaire").


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